22 maggio 2014
Welfare aziendale: responsabilità oppure opportunità?
Si è tenuto a Milano il nuovo incontro organizzato da Este (www.este.it) sui temi del Welfare aziendale.
Da qualche anno mi occupo, per interesse professionale ovvero per mero interesse personale e di studio, di temi collegati al welfare aziendale.
Il welfare aziendale è un ambito davvero ampio perché comprende sia i tradizionali strumenti di welfare, quali i piani pensionistici e i piani sanitari, sia i programmi di sicurezza sul lavoro e, ancora, le più ampie forme di fringe benefit (identificati nella materia come flexible benefits) indipendentemente dalla rilevanza che queste possono avere dal punto di vista fiscale e contributivo per la determinazione del reddito dal lavoro dipendente ai sensi dell’art. 51 del TUIR.
La materia, infatti, è di interesse del fiscalista, ma anche del giuslavorista, del consulente del lavoro, dell’esperto di organizzazione e del giurista in senso più ampio, poiché coinvolge molteplici aspetti dell’organizzazione del lavoro e dell’impresa. Basti pensare ai principi dello Stato Sociale (art. 38 della Costituzione), ma anche alle stesse disposizioni del Codice Civile in materia di contratto ed a quelle sul rapporto di lavoro.
Cosa sono infatti i sistemi di welfare se non dei contratti, anzi una forma di ‘patto’ di nuova generazione tra il dipendente e l’azienda?
L’adozione di strumenti di welfare di seconda generazione deve essere vista come una necessità piuttosto che un’opportunità, perché è cambiato il ‘patto’ alla base del rapporto di lavoro: non più prestazione di lavoro contro retribuzione, ma prestazione di lavoro contro benessere, attenzione alla persona, alle diversità, nella consapevolezza che la popolazione aziendale è costituita ormai da donne, uomini, giovani e anziani, stranieri.
Attenzione alla persona proprio perché portatrice di valori personali che, all’interno dell’organizzazione, divengono valori aziendali.
Una grande responsabilità per le aziende, in un momento in cui si assiste ad un forte arretramento dello Stato sociale, ma anche una grande opportunità per dare valore al capitale umano accrescendo il senso di appartenenza. Un’opportunità di crescita reale, concreta e se vogliamo anche creativa.