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Il Blog di Paola Salazar

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Postilla » Lavoro » Il Blog di Paola Salazar » Risorse umane » Maternità sì, maternità no…

18 marzo 2013

Maternità sì, maternità no…

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Voglio raccontare una storia.

Due amiche, ex compagne di università, si incontrano dopo molti anni. Vivono entrambe in una grande città, si sono trasferite dal paesello dopo gli studi, per trovare lavoro ma nelle vicende della vita, dopo l’Università si sono perse di vista.

Hanno rinunciato in tempi diversi alla tranquillità (e a volte alla noia) di una certa vita di provincia, hanno infranto qualche cuore andandosene, ma lo hanno fatto per un obiettivo importante. Il lavoro.

Si incontrano un sabato pomeriggio in centro città….

Martina – Anna ma sei proprio tu?

Anna – Martina? Quanto tempo!, come stai?

M – Bene, ma anche tu qui? Ti facevo ancora a ….. piena di marmocchi e a fare torte

A – In realtà la tentazione c’era, come sai, avevo voglia di bambini già dai tempi della scuola e una volta trovato il fidanzato e pianificato con lui di sistemarci presto e mettere su famiglia sarebbe stata la giusta conclusione……se…..quel deficiente, non si fosse innamorato di un’altra prendendo il volo alla prima occasione…il bastardo! Bhe, per fartela breve, dopo un po’ di tira e molla, litigi con i miei genitori, sofferenze di vario genere ho preso ogni cosa e me ne sono andata. Volevo sistemarmi, trovare lavoro, imparare a contare solo su me stessa e, soprattutto, essere economicamente indipendente. Oggi lavoro in un’importante azienda, sono il direttore commerciale, guadagno bene, non mi posso certo lamentare. Alla fine, poi, mi è capitato di conoscere un uomo fantastico con il quale l’intesa è stata immediata ma di figli, niente. Non ho più avuto la possibilità di fermarmi e pensarci, forse ero troppo concentrata sulla carriera, oppure la mancanza di tempo, le riunioni sempre alla mattina presto e alla sera tardi, alla fine mi hanno fatto passare la voglia di costruire qualcosa di più. Ma alla fine sono, – anzi siamo – felici così.
Sicuramente ci manca qualcosa, ma anche trovare un uomo che assecondi il tuo desiderio di carriera, si accontenti di vivere e condividere il cammino e non chieda continuamente di avere anche uno stuolo di bambini, è un dono prezioso della vita.

M – Hai ragione, sai, io sono felicemente sposata da 13 anni, mi sono trasferita qui subito dopo l’Università, ho trovato lavoro in un importante Studio legale e quasi subito mi sono sposata. A dire la verità di Studi ne ho cambiati parecchi, alla ricerca di una dimensione lavorativa che mi consentisse di imparare bene il mestiere ma, ti dirò, anche di poter pensare alla mia famiglia senza continui sensi di colpa….
Ho due bambini, sono ancora relativamente piccoli, hanno 8 e 5 anni ma posso dire di essere contenta. Non è stato facile però, specie quando erano piccoli. Sai com’è, i grandi Studi sono un’occasione importante ma quanto a tempi di lavoro ti lascio immaginare…. Ho dovuto combattere anche io con le riunioni al mattino presto e alla sera, ma anche con le ansie continue di inadeguatezza, sempre divisa a metà tra le necessità della professione e le necessità familiari e con poca flessibilità a poter lavorare da casa. Insomma, un libero professionista per modo di dire…..La nascita dei figli, poi, mi ha bloccato un po’ la carriera, niente aumenti, niente incarichi importanti, poca flessibilità organizzativa, lavoro a casa nel fine settimana per recuperare malattie e altre assenze…..
E’ un mondo ancora fortemente ancorato a logiche e a criteri organizzativi maschili. Comunque le mie creature mi danno molta soddisfazione, soprattutto da quando ho cambiato lavoro. Sono il legale interno di un’azienda di piccole dimensioni. Ho più libertà di movimento, a volte riesco a lavorare da casa, il fine settimana riesco a non lavorare, se non è strettamente necessario, sono più serena, forse ho fatto un passo indietro – anzi sicuramente lo è stato per soldi e per carriera…. in questo momento, poi… ma tutto sommato ne è valsa la pena……………………..

Martina e Anna sono solo la punta dell’iceberg di un problema tutto italiano.

Una punta privilegiata perché hanno un lavoro, in un modo o nell’altro negli ultimi venti anni sono riuscite a costruire una famiglia, sono venute a patti con aspirazioni, desideri, rinunce o rimpianti.

Ma accanto a Martina e Anna ci sono, Giovanna, che ha dovuto lasciare il lavoro con la nascita del primo figlio; Antonia che vorrebbe un lavoro part-time e che non riesce a ottenerlo; Chiara che non trova lavoro e ha accantonato la maternità per un po’, chissà per quanto…; Giulia che il lavoro l’ha perso e deve crescere due figli o Carla che deve crescere un figlio da sola. Di esempi se ne possono fare tanti.

Forse è opportuna una riflessione, che lascio alle valutazioni personali di ciascuno, sul fatto che nel nostro paese alcuni fattori di contesto, economici, sociali, organizzativi hanno iniziato ad avere un valore predominante sulle scelte familiari.

Un dato è altresì significativo in base ai dati pubblicati dal Global Gender Gap Report 2012 - l’Italia è scesa, rispetto al 2011, al non invidiabile 80° posto per disuguaglianze di genere tra 135 economie mondiali…..

Letture: 4959 | Commenti: 2 |
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2 Commenti a “Maternità sì, maternità no…”

  1. renato scrive:
    Scritto il 22-3-2013 alle ore 15:25

    Non sarà forse anche per questo che il nostro Paese è tra i più afflitti dal decremento demografico che alcuni importanti economisti ormai indicano come la vera ragione della crisi economica. Mi piace, in ciò, valorizzare, senza giudicare negativamente la povera Anna, lo sperare contro la speranza di Martina, quell’atteggiamento positivo verso la realtà ed il futuro che sempre meno si riscontra nelle nuove generazioni…

  2. rosa scrive:
    Scritto il 27-3-2013 alle ore 17:33

    premesso che in Italia non si può mai avere la botte piena e la moglie ubriaca….purtroppo dovremo andare avanti così ancora per anni prima da avere diritto ad una vita normale e naturale. Alle nuove generazioni non resta che lasciare il paese. A noi che restiamo qui speriamo solo di non finire in un baratro.

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